venerdì 9 marzo 2018

"Petrademone. Il libro delle porte": due chiacchiere con Manlio Castagna!

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Tempo di Libri è iniziato, e oggi vi propongo la chiacchierata fatta insieme a Manlio Castagna sul suo "Petrademone. Il libro delle porte", edito Mondadori (rilegato a 17€):
Quando arriva a Petrademone, la tenuta tra i monti in cui gli zii allevano border collie, Frida è chiusa in un bozzolo di dolore. Ha perso entrambi i genitori e l'unica cosa che le rimane di loro sono brandelli di ricordi in una scatola. Ma in quello che potrebbe essere il posto ideale dove guarire le ferite dell'anima, qualcosa striscia nell'ombra sotto la grande quercia. I cani della zona spariscono senza un guaito, come se un abisso li avesse ingoiati. la zia, colpita da una malattia inspiegabile, rivela a Fride un importante segreto di famiglia. Insieme ai suoi tre nuovi amici e altri improbabili alleati, la ragazza si trova così a indagare fra strani individui che parlano al contrario o per enigmi, un misterioso Libro delle Porte e creature uscite da filastrocche horror.
Nessuno è chi sembra o pensa di essere, i poteri si rivelano, i mondi paralleli si toccano.
La nebbia si alza densa a Petrademone, e per Frida, Tommy, Gerico e Miriam comincia l'Avventura, quella che cambierà le loor vite per sempre.

Manlio Castagna è regista e sceneggiatore (tra le altre cose), e si vede: costruisce con maestria ogni scena di "Petrademone. Il libro delle porte", rendendo impossibile al lettore abbandonare la lettura prima di aver voltato l'ultima pagina.
Il suo libro mi ha preso il cuore (soprattutto un certo personaggio... vedrete più giù!), ed è stato bellissimo parlarne insieme all'autore.

Non possiamo non partire da qui: com'è nata questa storia?
La storia narrata in "Petrademone. Il libro delle porte" nasce da un mio grande dolore.
Avevo un border collie, al quale volevo un bene che mi viene difficile quantificare: era il mio migliore amico. Nel 2016 è mancato, a causa di un incidente di cui mi sento ancora oggi responsabile, e per me e mia moglie è stato un grandissimo dolore.
Proprio per sublimare questo dolore ho iniziato a scrivere, e se è vero che non mi sono "nascosto" in nessun personaggio del romanzo, è sicuramente vero che in Barnaba ho riversato quello che era il mio senso di colpa.
C'è molto di reale, tra le pagine: quella casa, quell'allevamento, quell'albero esistono davvero, e si trovano in un luogo che pur reale sapeva già di fantasy.
La scelta di un luogo qui, nel nostro paese, non è casuale: volevo scrivere un fantasy italiano, senza località fittizie di gusto nordico, e ho optato per una zona che, nella realtà, è ricca di villaggi fuori dall'ordinario con nomi che sanno di fantastico e intrisi di realismo magico.

Hai una moglie e sei padre di una bambina: quanto c'è di loro, delle donne della tua vita, in Frida?
In lei c'è molto di mia moglie, più che di mia figlia (che è troppo giovane rispetto alla mia protagonista), e c'è molto delle storie che ho avuto modo di ascoltare.
Noi scrittori siamo un po' vampiri, quando si tratta di attingere dalle storie che ci gravitano attorno...

Oltre alle storie ascoltate, sarai stato influenzato anche dalle tue letture.
Molto, e il primo che devo citare è Stephen King. A dodici anni odiavo la scuola e la saltavo spesso, rifugiandomi altrove con la mia copia di "IT" e immergendomi in quella storia che, lo dico ancora oggi, mi ha cambiato la vita.
Crescendo sono arrivati altri autori, da Eco a Calvino, a Buzzati.
A diciassette anni ho scoperto Kafka e Neil Gaiman, e oggi amo anche Frances Hardinge. Quest'ultima ha il merito di avermi insegnato che si può osare con la lingua anche scrivendo libri per bambini.
E poi c'è il mondo di Oz.
Assolutamente, i riferimenti nel mio romanzo non sono casuali. Per me la serie di L. Frank Baum rappresenta l'archetipo del viaggio immaginifico, e la mia Frida può essere considerata una moderna Dorothy.
Aggiungo solo che le influenze sono evidenti anche in alcuni nomi presenti nel romanzo, da quelli legati al romanzo "Il castello" di Kafka a quelli ispirati da "Il deserto dei tartari" di Buzzati, per non contare H. P. Lovecraft.
Il simbolismo invece ha un'origine differente: ho attinto da lingue morte o poco conosciute, ad esempio lettere d'alfabeto. Qualcosa è frutto d'invenzione, ma la maggior parte deriva da simbologie pre-esistenti.

Sceneggiatura e romanzo: cosa accomuna questi due diversi modelli letterari, e cosa li differenzia?
Parlo per me: approccio il romanzo e la sceneggiatura allo stesso modo, concentrandomi su alcuni step fondamentali (redigo una scaletta, sviluppo la storia su tre atti, ho al centro un viaggio dell'eroe). Però quando si lavora su una sceneggiatura bisogna sapere dove si vuole arrivare: in un certo senso è come quando si posano i binari di una ferrovia e si deve sapere dove sarà la stazione di arrivo.
Scrivere un romanzo, invece, non esclude la scoperta e la possibilità di meravigliarsi durante la stesura di dove la tua storia e i tuoi personaggi ti abbiano condotto.
Se vogliamo identificare una struttura minima, è quella che prevede un what if iniziale, una struttura in tre atti, un climax e una risoluzione/conclusione.

Il tema dell'amicizia è sicuramente centrale in "Petrademone. Il libro delle porte".
Questo perchè credo che da ragazzi stare insieme sia ciò che crea la vera potenza. Anche quando da soli ci si sente deboli o in difetto, se ci si trova e si lega si diventa parte di un tutt'uno pieno di possibilità. Penso ai gruppi di giovani amici iconici di letteratura e schermo, da "I Goonies" a "Stranger Things" passando per "IT".
Anche nel tuo romanzo si respira un po' di 80s.
Non potevo farne a meno. La riscoperta degli anni 80 e l'ondata di film e serie tv in pieno revival rispondono a quella che è stata una perdita del senso dell'avventura: ogni avventura necessita di ricercare e scoprire, e che avventure puoi vivere se resti a casa e cerchi online dal tuo smartphone?
I miei protagonisti dovevano uscire, dovevano cercare fisicamente, come i protagonisti dell'amatissimo film de "I Goonies" o la serie rivelazione degli ultimi anni "Stranger Things".

Ringrazio tantissimo Mondadori e Manlio Castagna per la bellissima opportunità di scoprire qualche retroscena di "Petrademone. Il libro delle porte", e ve lo consiglio con il cuore in mano: è semplicemente strepitoso.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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